martedì 18 settembre 2012

IL MACELLAIO DI VICO DELLA MATTANZA

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Gli occhi si fanno lucidi ed un brivido scuote la pelle quando lo strumento a fiato intona l'introduzione di “Minor Swing”, sostituendosi in modo impeccabile al violino di Stéphane Grappelli.
Peccato non ci sia una chitarra!”
Come una timida lucertola che in una giornata di primavera appare da una vecchia crepa nel muro per godersi il sole ritrovato, in un angolo recondito della mente affiora un ricordo lontano. Qualcosa ritenuto ormai estinto da tempo si desta all'improvviso.
La lucertola esce lentamente dal freddo buco in cui l'aveva relegata quel lunghissimo inverno. Lascia che i caldi raggi accarezzino tutta la sua pelle, partendo dalla testa e scendendo verso le zampe anteriori, l'addome, gli arti posteriori. Manca soltanto la coda, recisa da qualcuno in altra epoca.
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Non c'è più alcun dubbio: non era per sempre. Si è trattato semplicemente di un sonno durato troppo a lungo. Dal profondo dell'anima sale un irrefrenabile desiderio di...
Il suono del campanello collegato alla porta interrompe l'esecuzione. Un giovane in divisa da marinaio entra salutando con un forte accento americano. Poche parole spiaccicate in un italiano confuso, poi un motivetto orecchiabile fischiettato in modo approssimativo.
Ormai l'incanto è svanito.
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La serranda del negozio si abbassa con un un rumore metallico.

Due persone si salutano stringendosi la mano e si avviano in direzioni opposte. Una delle due sta sorridendo, perché finalmente ha preso una decisione. Prima sembrava rischiosa, ora è l'unica soluzione possibile. Svoltato l'angolo svanisce nel dedalo dei vicoli. Da oggi, per il centro storico più grande d'Europa, si aggira una lucertola che non ha più paura.


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